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Un futuro (in)sostenibile per la Germania


La transizione verso l’indipendenza dal gas russo rischia di essere dannosa per l’ambiente: l’emergenza energetica può costringere Berlino a utilizzare altre fonti, in primis il carbone

Con il nuovo Governo semaforo, la Germania sembrava aver definito il proprio percorso verso un futuro più sostenibile, dal punto di vista energetico. Spinto dalla sua componente Verde, l’esecutivo aveva fissato delle scadenze precise, ancor più significative perché arrivate dopo anni di tentennamenti. L’uscita dal carbone era stata prevista per il 2030, la neutralità carbonica per il 2045, cinque anni prima rispetto a quanto previsto dalla Cop26 di Glasgow.

L’intero percorso verso la decarbonizzazione si sarebbe basato sullo sfruttamento del gas, e d’altronde non poteva essere altrimenti. La Germania ha infatti bisogno di sostituire carbon fossile e lignite, fonti estremamente inquinanti da cui continua a ricavare una quota cospicua della propria energia. Allo stesso tempo, alla fine di quest’anno Berlino completerà il lungo percorso di rinuncia al nucleare iniziato oltre dieci anni fa, all’indomani della catastrofe di Fukushima. Dei cambiamenti troppo significativi per poter essere affrontati contando unicamente sulle fonti rinnovabili.

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