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Tunisia, tra democrazia e incertezze


Il crollo del regime di Ben Ali in Tunisia non ha prodotto i progressi sociali ed economici tanto sperati. Ma il Paese resta l’unica democrazia post primavere arabe ad avere prospettive di sviluppo

Il crollo del regime di Ben Ali in Tunisia non ha prodotto i progressi sociali ed economici tanto sperati. Ma il Paese resta l’unica democrazia post primavere arabe ad avere prospettive di sviluppo

Sono trascorsi dieci anni da quel 14 gennaio 2011, giorno in cui il movimento di protesta popolare in Tunisia costrinse il Presidente Zine el-Abidine Ben Ali a fuggire in Arabia Saudita. Tutto era cominciato meno di un mese prima, il 17 dicembre, quando un fruttivendolo tunisino di 26 anni, Mohamed Bouazizi, si diede fuoco nella piazza centrale di Sidi Bouzid, un piccolo paese dell’entroterra del Paese del Maghreb. Poche ore prima era stato maltrattato dalla polizia, che lo taglieggiava da mesi, perché non aveva una regolare licenza per vendere la sua merce al mercato. Bouazizi morì pochi giorni dopo a causa delle ustioni riportate e il suo gesto innescò un movimento di protesta popolare senza precedenti.

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