Coronavirus: Mario Draghi guiderà un nuovo Piano Marshall Ue, dopo l’appello di eastwest?
Tre giorni dopo l’appello lanciata sulla nostra testata per riavere Mario Draghi in Europa, che ha raccolto già centinaia di firme, Super Mario compare sul Financial Times, prima online e ieri anche sul cartaceo. Il Direttore di eastwest ha già illustrato i contenuti del fondo in un video didattico, così come i maggiori quotidiani del mondo ne hanno ripreso il messaggio politico.
Questo intervento sul Ft è stato letto datutti come un autorevole invito alla Cancelliera Merkel a smarcarsi dai “falchi” rigoristi del Nord e un esplicito appoggio alla “lettera dei nove” promossa da Giuseppe Conte. Questa interpretazione ha dato la stura alle più svariate congetture sui futuri approdi professionali dell’ex Presidente della Bce. Perfino a Berlino c’è chi dà per molto probabile, una volta risolta l’emergenza coronavirus, un incarico europeo per Draghi al fine di coordinare le politiche di rilancio economico dell’Unione.
Si è parlato anche della figura di “supercommissario” con ampi poteri in grado di interfacciarsi con i vertici delle istituzioni europee (Commissione, Consiglio e Parlamento) e con la Presidente della Bce, Christine Lagarde. Ma questa figura, così come quella di un nuovo commissario da nominare in corsa, non è affatto prevista dai Trattati che contemplano solo la carica di 27 commissari, cosa già avvenuta a fine 2019 con il collegio presieduto da Ursula von der Leyen e passato al vaglio dell’Europarlamento.
Diverso è il discorso per la guida di un gruppo di lavoro, ad esempio, per un “Economic Recovery Plan” una sorta di Piano Marshall europeo, da affidare a Mario Draghi così come accaduto per il gruppo di lavoro Delors e più recentemente all’ex premier ed ex commissario Ue Mario Monti, che nel 2016 ha presieduto un gruppo di lavoro ad alto livello per elaborare proposte da consegnare alla Commissione sulle risorse proprie del bilancio europeo. Un gruppo del quale hanno fatto parte tre deputati europei e tre Ministri e che ha prodotto un rapporto presentato nel 2017 a Commissione e Parlamento europeo. Monti ha anche partecipato a vari Ecofin e riunioni della Commissione sui temi del bilancio.
“Ma oltre a Monti” – spiega Piervirgilio Dastoli, Presidente del Movimento europeo – “una figura di riferimento nel caso di Draghi potrebbe essere quella di Michel Barnier che non è commissario o membro del Parlamento europeo ma negoziatore per la Brexit con un accordo tra Commissione, Consiglio e Parlamento; è lui che ha partecipato a tutti i Consigli sulla Brexit ed è lui che ha scritto con i suoi collaboratori il Trattato con il Regno Unito.” Il problema di fondo resta sempre quello del mandato e del raggio di azione che verrebbe affidato a un tale gruppo di lavoro sul Piano Marshall presieduto da Mario Draghi. “L’ideale” – propone Dastoli – “sarebbe un’investitura congiunta da parte della von der Leyen, di Michel e di Sassoli per rafforzarne il profilo anche nei confronti dell’esterno e delle relazioni con la Presidente della Bce”.
Ma c’è chi, come Emma Bonino, guarda con un certo scetticismo a nuove figure istituzionali. “Basterebbe” – osserva la Bonino – “trovare un’intesa politica per rafforzare i poteri in capo all’attuale commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni che avrebbe tutte le carte in regola per coordinare un piano Marshall di rilancio dell’economia europea”.
Il nostro giornale invierà comunque in settimana la candidatura di Super Mario al Presidente del Parlamento, David Sassoli.
Tre giorni dopo l’appello lanciata sulla nostra testata per riavere Mario Draghi in Europa, che ha raccolto già centinaia di firme, Super Mario compare sul Financial Times, prima online e ieri anche sul cartaceo. Il Direttore di eastwest ha già illustrato i contenuti del fondo in un video didattico, così come i maggiori quotidiani del mondo ne hanno ripreso il messaggio politico.
Questo intervento sul Ft è stato letto datutti come un autorevole invito alla Cancelliera Merkel a smarcarsi dai “falchi” rigoristi del Nord e un esplicito appoggio alla “lettera dei nove” promossa da Giuseppe Conte. Questa interpretazione ha dato la stura alle più svariate congetture sui futuri approdi professionali dell’ex Presidente della Bce. Perfino a Berlino c’è chi dà per molto probabile, una volta risolta l’emergenza coronavirus, un incarico europeo per Draghi al fine di coordinare le politiche di rilancio economico dell’Unione.
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