Alternative für Deutschland ottiene una storica vittoria e per la prima volta andrà al potere, aggirando così l’isolamento degli altri partiti. L’ascesa dell’estrema destra allarma il Governo Scholz che negli ultimi tempi registra un bassissimo indice di gradimento e fatica a convincere la popolazione del proprio operato
Il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) governerà in Germania. Non a livello federale, dove la coalizione guidata dal cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz è attesa da altri due anni abbondanti di governo. Ma a livello locale: domenica il candidato di AfD Robert Sesselmann ha vinto un ballottaggio a Sonneberg, cittadina del Land orientale della Turingia, aggiudicandosi la posizione di presidente del distretto rurale.
La vittoria arriva in un distretto piccolo, che conta appena 57mila abitanti. Ma non per questo si tratta di un risultato politico meno significativo: per la prima volta, la formazione guidata a livello nazionale da Tino Chrupalla e Alice Weidel può vantare un successo politico. E per la prima volta un suo membro ricoprirà una carica di rilievo. Fino a questo momento, infatti, AfD non ha mai governato nemmeno in coalizione, come conseguenza della scelta di tutte le altre formazioni politiche di isolare un partito con posizioni xenofobe, nazionaliste e identitarie.
Il risultato delle elezioni di Sonneberg ha rappresentato uno shock, se non per i cittadini tedeschi, almeno per i partiti politici della Germania. Ma si tratta di un evento che era destinato ad accadere. Da anni, infatti, AfD è stata tenuta lontana da ruoli di governo con una strategia di isolamento che ha vacillato ripetutamente e la cui efficacia è stata spesso messa in discussione, soprattutto dal centrodestra. Dal 2015 in poi, inoltre, il partito di estrema destra ha vissuto numerosi periodi in cui i sondaggi gli attribuivano percentuali importanti, con picchi nelle aree orientali del Paese. Era logico pensare quindi che, prima o poi, AfD avrebbe vinto un’elezione.
Questo è successo nel momento di maggior forza del partito, da quando è nato. La formazione era stata a lungo in difficoltà, ottenendo il 10% dei voti alle elezioni federali del 2021 e non muovendosi mai da quelle percentuali anche nel periodo successivo. Oggi la situazione è totalmente diversa: da mesi AfD è in ripresa e le ultime rilevazioni indicano come il partito di estrema destra sarebbe votato da poco meno del 20% degli elettori. Una quota mai raggiunta prima e che posiziona AfD nei sondaggi come il secondo maggior partito, dietro alla sola CDU e addirittura davanti ai socialdemocratici al governo.
Il successo del partito di destra è legato in buona parte alle difficoltà dell’esecutivo attuale, che registra un indice di gradimento bassissimo e fatica negli ultimi mesi a convincere la popolazione del proprio operato. Ma è frutto anche di una nuova strategia di AfD, che accanto alla lotta alla migrazione ha messo tra i propri cavalli di battaglia anche il contrasto alle politiche climatiche.
“La narrativa fondamentale di AfD è sempre stata che esista una minaccia alla cultura tedesca – ha osservato l’analista politico Johannes Hilje, intervistato dal giornale di sinistra taz – A lungo, questa minaccia arrivava da fuori, attraverso i migranti. Ora la narrativa è che questa stia arrivando anche dall’interno, attraverso la trasformazione della società verso la neutralità climatica, un obiettivo centrale del governo”.
Per molti, infatti, gran parte della percentuale attribuita al partito deriva da un’insoddisfazione verso il governo e verso la sua azione ambientalista. Che, paradossalmente, è stata fin qui poco incisiva. Insediatosi con alte aspettative, anche per la presenza di un forte partito Verde, il governo Scholz ha fin qui deluso le aspettative: in questi mesi la Germania ha ripreso ad aumentare la propria dipendenza dal carbone, ha puntato sul GNL e ha messo in secondo piano le rinnovabili, anche per l’esigenza di affrontare con urgenza la crisi ucraina. Soprattutto, però, l’esecutivo non sembra essere stato capace di rassicurare la popolazione sugli effetti della transizione ecologica e si è inoltre mostrato litigioso al proprio interno. In questo contesto, non è casuale che in molti si siano rivolti all’estrema destra, che da sempre critica l’attenzione riposta verso il clima e sostiene che non sia necessario cambiare le abitudini, per quanto riguarda i consumi, la produzione di energia, l’utilizzo dell’auto.
Mentre l’opposizione condivide questa lettura, dando al governo le colpe della crescita della destra, i partiti al potere criticano invece l’atteggiamento, le scelte e i discorsi della CDU, il partito cristiano-democratico. Questo ha infatti cercato tendenzialmente di sminuire il problema, anche negli ultimi giorni, quando il leader dell’opposizione Friedrich Merz ha detto di non voler dare un peso eccessivo al risultato elettorale di Sonneberg. Inoltre, la CDU ha cercato di arginare AfD facendo suoi alcuni dei suoi discorsi, ad esempio spostandosi decisamente a destra in tema di immigrazione. Ma si tratta di una strategia che non paga nei sondaggi, secondo i commentatori, ed anzi ha l’effetto opposto, contribuendo a normalizzare le posizioni estremiste di AfD.
La vittoria di Alternative für Deutschland apre necessariamente una nuova stagione politica per Berlino, soprattutto in considerazione di quelli che potrebbero essere i prossimi sviluppi. La Germania è infatti attesa tra poco più di un anno dalle elezioni regionali in Turingia, Sassonia e Brandeburgo. Tre Länder della Germania orientale, dove la destra nazionalista è estremamente forte, spesso arrivando ad essere il primo partito nei sondaggi.
I prossimi mesi saranno quindi cruciali. Se il governo dovesse continuare ad essere in difficoltà, il malcontento potrebbe portare AfD a crescere ancora o quanto meno a cementificare il proprio consenso, arrivando in una posizione di forza alle elezioni. Ma a prescindere dai sondaggi, molto dipenderà dall’atteggiamento delle altre forze politiche. La vittoria a Sonneberg potrebbe infatti portare gli altri partiti a rafforzare il cordone sanitario contro l’estrema destra. Ma, al contrario, potrebbe anche spingere la CDU a pensare ad una collaborazione, e quindi ad una normalizzazione dell’estrema destra e ad una sua inclusione nei meccanismi politici democratici tedeschi.
La vittoria arriva in un distretto piccolo, che conta appena 57mila abitanti. Ma non per questo si tratta di un risultato politico meno significativo: per la prima volta, la formazione guidata a livello nazionale da Tino Chrupalla e Alice Weidel può vantare un successo politico. E per la prima volta un suo membro ricoprirà una carica di rilievo. Fino a questo momento, infatti, AfD non ha mai governato nemmeno in coalizione, come conseguenza della scelta di tutte le altre formazioni politiche di isolare un partito con posizioni xenofobe, nazionaliste e identitarie.