Bagarre in Parlamento. I governatori mollano Milei e affondano la sua “Legge Omnibus”. Senza più sostegno parlamentare, il Presidente insulta gli ex alleati, promette ritorsioni e cerca di ricostruire un blocco ultra-conservatore
Per la prima volta dal suo arrivo al potere i sondaggi rispecchiano una valutazione negativa dell’operato del governo. Anche il FMI rivede al ribasso le previsioni economiche nonostante il forte appoggio di Washignton.
Javier Milei ha rifiutato l’invito dei BRICS, chiudendo le porte a grandi opportunità dal punto di vista commerciale e finanziario nel pieno della crisi. Per molti si tratta di una decisione “ultra-ideologizzata”, che preoccupa in vista della più ampia politica estera argentina.
Un maxi-decreto da 300 riforme stabilisce le basi dell’era Milei. Deregolamentazione economica, privatizzazioni e limitazione dei diritti sindacali alla base della “ricostruzione economica argentina”, imposta però senza passare dal Parlamento.
Svalutazione, tagli drastici alla spesa pubblica, eliminazione di sussidi, riforme delle pensioni e degli aiuti sociali. Partito lo shock economico in Argentina. Ma su Cina e Brasile, Milei fa passi indietro
Dopo aver scommesso, e vinto, su Milei, l’ex presidente prepara il ritorno al comando del Boca Juniors. Un tassello fondamentale nella carriera internazionale del leader del centrodestra, e un’opportunità per i suoi alleati nel Golfo Persico.
La vittoria dell’estrema destra a Buenos Aires apre molte incertezze sulla collocazione dell’Argentina nello scenario globale. Dal sostegno domestico allo stravagante programma ultra-liberista del nuovo presidente, alle relazioni con i propri vicini dell’America Latina.
A due settimane dal ballottaggio presidenziale, il Fmi annuncia lo sbarco a Buenos Aires dell’Ufficio indipendente di valutazione. Il governo accusa l’ex presidente Macri di aver finanziato la fuga di capitali col credito dell’organismo, il più grande mai elargito.
Il litio è il sogno della fine del petrolio e il 59% delle sue riserve si concentra in America Latina, in particolare in Bolivia, Cile e Argentina, che però, oggi, non sono i Paesi di maggior produzione di questo metallo critico, incapaci di creare una “Opec del litio”. Ue, Usa, Cina e Russia si contendono i contratti con i governi latinoamericani per lo sfruttamento dei giacimenti e la produzione
Questa la proposta del Ministro degli Investimenti indonesiano, rivolta a Canada e Australia in occasione del G20 di Bali, per coordinare e unire le politiche sui prodotti di nichel