Antony Blinken incontra MBS e punta a riconquistare influenza con Riyadh sui prezzi del petrolio, respingere l’influenza cinese e russa nella regione e promuovere la normalizzazione dei legami sauditi-israeliani
Sembrano sempre di più andare verso la normalizzazione i rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita. Il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, è arrivato in Arabia Saudita ieri per una visita di tre giorni. Già subito al suo arrivo Blinken ha incontrato il principe ereditario Mohammed bin Salman e, secondo quanto ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, i due si sono impegnati a “promuovere la stabilità, la sicurezza e la prosperità in tutto il Medio Oriente e oltre”.
La missione del Segretario di Stato americano ha come scopo quello di cercare di rafforzare le relazioni tra i due paesi che hanno una storia di relazioni difficili e disaccordi specie nel campo dei diritti umani. Tra gli argomenti in discussione anche la collaborazione per raggiungere la pace in Yemen. Blinken ha anche sottolineato che le relazioni bilaterali tra Washington e Riyadh sono state “rafforzate dai progressi sui diritti umani”, e ha ringraziato l’Arabia Saudita per il suo sostegno durante la recente evacuazione di cittadini statunitensi dal Sudan dilaniato dalla guerra, nonché per gli sforzi diplomatici per fermare i combattimenti tra fazioni sudanesi rivali.
Durante la visita Blinken incontrerà anche diversi alti funzionari sauditi. Non sono però tutte rose e fiori. Solo pochi giorni fa infatti Riyadh aveva dichiarato di voler ridurre la produzione di petrolio, cosa che potrebbe aggiungere tensione al rapporto con Washington. Gli obiettivi del viaggio di Blinken sarebbero anche riconquistare influenza con Riyadh sui prezzi del petrolio, respingere l’influenza cinese e russa nella regione e promuovere la normalizzazione dei legami sauditi-israeliani.
Le tensioni tra i due Paesi si erano innalzate nel 2019 quando il presidente Biden, durante la sua campagna elettorale per la presidenza, aveva definito Riyadh “pariah” e li avrebbe trattati di conseguenza se fosse stato eletto. Subito dopo essere entrato in carica nel 2021, Biden aveva poi rilasciato una dichiarazione sostenendo che in base ad alcune rivelazioni dell’intelligence statunitense sarebbe stato il principe ereditario saudita ad approvare l’operazione per catturare e uccidere il giornalista e editorialista del Washington Post, Jamal Khashoggi, nel 2018. La situazione è leggermente migliorata nel luglio 2022 con la visita di Biden nel regno saudita. L’Arabia Saudita ospiterà in questi giorni anche una conferenza internazionale sulla lotta all’estremismo che sarà co-presieduta proprio da Blinken.
Una ulteriore visita ad alto livello si è avuta lo scorso 7 maggio, quando il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, si è recato in Arabia Saudita. E sono comunque giorni, in Arabia Sadita, di visite ad alto livello. Il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, è arrivato domenica in Arabia Saudita per una visita ufficiale ed è stato accolto all’aeroporto di Gedda dal vice governatore della regione della Mecca, il principe Badr bin Sultan e da altri funzionari. Il Venezuela, ha in precedenza cercato il sostegno dell’Arabia Saudita per le sanzioni statunitensi, imposte dall’ex presidente Donald Trump ma allentate dal suo successore, Joe Biden. Tuttavia, per revocare le sanzioni, Washington chiede al Venezuela di compiere passi concreti verso libere elezioni. La visita di Maduro costituisce l’ultimo esempio dell’Arabia Saudita che persegue buoni rapporti con Stati che hanno rapporti difficili con gli Stati Uniti.
A marzo, l’Arabia Saudita ha accettato di riprendere le relazioni diplomatiche con l’Iran in un accordo mediato dalla Cina. Ad aprile, il regno ha ripreso le relazioni con la Siria. La prossima settimana, l’Arabia Saudita ospiterà una conferenza d’affari in Cina.
Venezuela e Arabia Saudita sono i paesi con le maggiori riserve accertate di petrolio. Entrambi hanno un rapporto bilaterale di lunga data, rafforzato dalla loro partecipazione all’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC), di cui entrambi sono membri fondatori. In termini di relazioni saudite-venezuelane, i due paesi mantengono le rispettive ambasciate. Non hanno relazioni commerciali significative. Nel 2021, le esportazioni dell’Arabia Saudita in Venezuela ammontavano a soli 1,91 milioni di dollari, mentre il Venezuela ha esportato solo 508.000 dollari nel regno, secondo l’Osservatorio della complessità economica con sede negli Stati Uniti. Dopo la riunione OPEC+ di domenica, l’Arabia Saudita si è impegnata a tagliare 1 milione di barili al giorno di petrolio dalla sua produzione a partire da luglio.
Sembrano sempre di più andare verso la normalizzazione i rapporti tra Stati Uniti e Arabia Saudita. Il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, è arrivato in Arabia Saudita ieri per una visita di tre giorni. Già subito al suo arrivo Blinken ha incontrato il principe ereditario Mohammed bin Salman e, secondo quanto ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, i due si sono impegnati a “promuovere la stabilità, la sicurezza e la prosperità in tutto il Medio Oriente e oltre”.